giovedì 4 marzo 2010

Immagini e nuvole

Sono ormai numerosi e molto usati i siti internet che permettono di ritoccare foto ed immagini in generale (Picnik, FotoFlexer, Snipshot, Photoshop.com, ecc.) . Alcuni sono scherzosi (photofunia, faceinhole, ecc. ).

Le applicazioni di fotoritocco sul web non sono potenti e versatili come un'applicazione vera e propria (come Gimp, ad esempio), eppure hanno un buon numero di utenti. Perché?
Sicuramente la semplicità d'uso (nessuna installazione, nessun sovraffollamento di menù e sottomenù in cui cercare quelle poche funzioni essenziali che tutti usano) ne fanno delle applicazioni da provare, tanto più se il risultato ottenuto finirà anch'esso sul web (ad esempio un avatar per facebook). Insomma, molti le usano semplicemente perché per loro sono sufficienti: non hanno bisogno della potenza, della versatilità né tantomeno della complessità di un'applicazione stand alone.

Questi siti sono comunque un passo verso il sempre maggior uso di web app (applicazioni accessibili via web), anziché di applicazioni residenti sul proprio pc. Sono un passo verso il cloud computing.

Secondo molti, il cloud computing o semplicemente la cloud (nuvola) è il futuro dell'informatica e di Internet. Sicuramente è la moda del momento. Personalmente penso che abbia molti pro e molti contro: non è certo la panacea di tutti i mali. Ne parleremo ancora…

1 commento:

  1. delegare la gestione dei nostri dati a qualcun’altro è una prospettiva certamente attraente, in un primo momento, io stesso la caldeggio talvolta e la uso spesso per me stesso, ma dobbiamo essere consci del potere che conferiamo e dei rischi che corriamo e soprattutto elaborare anticorpi di cui non parla nessuno.
    che cosa si può fare concretamente? spalmare i dati su più provider? usare solo servizi di cui si può ottenere dei backup “funzionanti”? crittografia? chiedere degli standard o farsi tutelare da una legislazione più severa?
    tutte pratiche che impongono infrastruttura personale risorse tempo… forse anche più di prima perchè non sono esigenze standardizzate.
    insomma esistono risparmi immediati, ma i conti sono stati fatti con l’oste?
    non stiamo solo "spostando la polvere sotto al tappeto"?

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