domenica 30 maggio 2010

Browsers' wars - Maggio 2010

Situazione: continua il lento calo di Internet Explorer, che è ormai sceso sotto il 60%. Stabile Firefox, mentre Chrome conferma nettamente il suo terzo posto; Safari quarto.

Mozilla (l'organizzazione che sviluppa Firefox) finora ha perso le opportunità legate agli smartphone. Ma qualcosa sta cambiando. Con la presentazione di Firefox Home: un'applicazione per iPhone che darà agli utenti di Firefox l'accesso ai siti visitati di recente (history), ai bookmark ed alle tabs aperte. Inizi a navigare su un dispositivo e finisci su un altro. Fidatevi che è una grande comodità.
Google, invece, sta per presentare Chrome App Store , uno store, come quelli che vanno di moda sui smartphone, per Web Application. Ovviamente finirà anche su Google TV.

La settimana scorsa, un post su ReadWriteWeb parla di crescita di Chrome a discapito di Firefox. In realtà mi sembra che Firefox e Safari siano stabili, mentre il browser di Google cresce ed a scendere è Internet Explorer. Riporto un grafico con le rilevazioni di StatCounter. Probabilmente non c'è un passaggio diretto da IE a Chrome: chi anni fa è passato da IE a Firefox ora passa a Chrome, mentre chi era rimasto con IE sta passando ora a Firefox.

giovedì 27 maggio 2010

Note dopo la I/O developer conference

Il mondo degli smartphone è sempre più dinamico.

Le news della settimana scorsa sono state dominate da Android, complice la presentazione della versione 2.2 alla conferenza annuale di Google per gli sviluppatori: I/O.
Rispetto alla versione precedente le applicazioni sono notevolmente più veloci (grazie all'introduzione di un compilatore just-in-time), è stata presentata l'anteprima di Flash 10.1 per questo sistema operativo e sono state apportate altre migliorie e novità. Sono stati annunciati anche un po' di numeri (come si usa in queste occasioni): più di 100000 nuovi dispositivi al giorno, 21 costruttori e oltre 60 dispositivi negli ultimi 18 mesi.
Android sta evolvendo molto velocemente: sono previste 2 versioni quest'anno. Anche se le novità mi sembrano meno numerose di quelle annunciate per la nuova versione dell'iPhone, i continui aggiornamenti fanno maturare in fretta questo sistema operativo.

In sordina è passato il lancio degli smartphone Samsung con sistema operativo Bada, sviluppato internamente dalla casa coreana. Samsung produce numerosi smartphone con Android: la concorrenza all'interno di uno stesso marchio di prodotti simili con sistemi operativi diversi mi ricorda periodi problematici di Motorola e Palm. Speriamo che questa volta sia diverso.

Questa settimana inizia con l'accordo tra Nokia e Yahoo!
Sinceramente non ho abbastanza informazioni per giudicare tale accordo. Ciò che vedo, però, è che Yahoo! sta dando in outsorcing molte delle sue divisioni. Cosa vuole diventare? una media company o un meta-portale (un portale che si basa su servizi di terzi)?
Nokia dal canto suo sembra voler coinvolgere altre società nei suoi progetti, così come ha fatto con Intel per MeeGo. Ma perchè queste alleanze ed aperture vengono fatte solo quando le multinazionali sentono l'avvicinarsi di problemi?

La presentazione della prerelease di BlackBerry 6.0 non suscita grandi entusiasmi.

Ma non ci sono novità solo nei sistemi operativi per smartphone.

Negli ultimi giorni sono uscite sia Fedora 13 che Slackware 13.1. Personalmente sono legato a queste distribuzioni per averle usate a lungo negli anni passati.

Un altro graditissimo annuncio ad I/O è l'apertura del codec VP8 con la creazione del formato open source denominato WebM, completamente esente dal pagamento di qualsiasi royalty (a differenza di H.264) e quindi ideale per i contenuti video sul web.

Sempre alla stessa conferenza, c'è stata la presentazione di Google TV, di cui vi ho già parlato.

Sembra calato l'interesse per Chrome OS: forse perché mirato ai netbook, mentre ora sta tirando la "slate-mania" trainata dall'iPad.

Per chi ha un netbook vorrei segnalare JoliCloud: sinceramente non l'ho provata, ma ho letto delle buone recensioni. Se qualcuno ha un dispositivo supportato e vuole provarla e raccontarmi le sue impressioni, ne sarei molto felice.

mercoledì 26 maggio 2010

Va ora in onda... Google TV

Alla conferenza annuale di Google per gli sviluppatori, I/O developer conference, c'è stata (tra le altre cose) la presentazione di Google TV: un sistema (sviluppato con Intel, Sony e Logitech) basato su Android per gestire un televisore ed espanderne le capacità, integrandolo con internet. Può funzionare su un dispositivo esterno o essere integrato nel televisore.

Ci hanno già provato in molti (Microsoft, Apple, Panasonic, ecc.), ma solitamente con sistemi proprietari, senza fornire un accesso completo alla rete e spesso con interfacce pensate per PC. Google TV è invece open source e si propone di permettere un accesso completo. Vi sarà il browser Google Chrome (col plugin Flash 10.1) e probabilmente delle api proprietarie di Google.

L'interfaccia sarà una ricerca, in fondo stiamo parlando di Google.

I detrattori dicono che ormai la multinazionale di Mountain View continua a diffondersi nei settori più disparati, cercando di legarli ai suoi servizi. Tuttavia è innegabile che le sue basi sono sempre open-source.

sabato 22 maggio 2010

Costi quel che costi

Come già detto, un Sistema Operativo per avere molti utenti deve avere una buona piattaforma e molti sviluppatori. Del resto, senza applicazioni nemmeno regalando un (peraltro buon) sistema operativo si riesce a diffonderlo, vedi OS/2 Warp.

Il prezzo non è decisivo, a meno che non sia completamente assurdo.

Ad es. gli 8/15$ che Microsoft farà pagare per ogni copia di Windows Phone 7 sembra non spaventare nessuno, nonostante Android sia gratuito ed abbia già una solida base di utenti e sviluppatori. Inoltre quest'ultimo impone ben poche restrizioni ai produttori, a differenza di quelle imposte da Microsoft.

Un vantaggio tecnologico giustificherebbe la differenza di costo. Ma questo non sembra esserci. Allora cosa può giustificarne il costo? C'è un altro ingrediente fondamentale per la diffusione di un sistema operativo (che non ho menzionato finora, mea culpa): il marketing.

mercoledì 19 maggio 2010

Ubuntu e lo spirito del Mac

Le ultime versioni di Ubuntu hanno indiscutibilmente posto molta attenzione alla stabilità, alla facilità d'uso, allo stile ed agli sviluppi prossimi venturi. Alcuni (qui, qui e qui) dicono che questi principi erano alla base dello spirito del Mac (sia classico che Max OS X), e perciò sostengono che Ubuntu abbia raccolto l'eredità di questo sistema operativo, mentre Apple si sta concentrando troppo sull'iPhone OS.

Qualche somiglianza c'è: Ubuntu si propone di creare un Linux semplice ("Linux for Human beings"), Mac Os X vuole unire UNIX e semplicità ("Power of UNIX. Simplicity of the Mac.").

Premetto che non sono e non sono mai stato un utente Mac (magari in futuro?), per cui non conosco a fondo quei sistemi operativi. Tuttavia credo che stabilità e facilità d'uso siano sempre stati alla base dello sviluppo dei Mac. Ricordo infatti che la prima versione del Mac è stato il primo computer ad avere successo commerciale con interfaccia grafica e mouse (ma il terzo ad arrivare sul mercato; i primi 2, Xerox Star il primo ed Apple Lisa poi avevano un prezzo troppo elevato per raggiungere una grande diffusione). Lo stile, secondo me è diventato molto importante con l'avvento di Mac OS X.

Le prime versioni dei Mac erano innovative, ma ad un certo punto persero molto terreno (diciamo dalla 7 in poi). Finché Apple non acquisì NeXTStep da cui derivò Mac OS X. Ubuntu invece continua costantemente a guardare avanti.

Come disse Mark Shuttleworth, il fondatore di Ubuntu, al OSCON 2008, la nota distribuzione Linux guarda al Mac, ma non per emularlo, bensì con l'intento di fornire una miglior user experience. L'aver spostato i tasti dei controlli della finestra da destra a sinistra non è una semplice copia del Mac OS X, ma ha un fine che sarà chiaro con la prossima versione: indicatori di stato per ogni finestra. Purtroppo questa ed altre innovazioni dell'interfaccia (come quelle che riguardano la tray bar e i desktop panels) sono molto interessanti, ma fatte in contrasto con la comunità che sviluppa GNOME e senza essere state né spiegate né condivise con la comunità di sviluppatori di Ubuntu. Tuttavia lo sviluppo del sistema Linux di Canonical non è certo chiuso e diretto dall'alto come Mac OS X.


Oggigiorno sembra che Apple sia molto più concentrata su iPhone OS che sul Mac, ma in realtà non mi pare siano mancate le novità nell'ultima versione di Mac Os X (Snow Leopard), ad iniziare dal Grand Central Dispatch al passaggio quasi terminato ai 64 bit (quando sarà terminato il passaggio per Windows?). Semplicemente non ha una scadenza annuale come iPhone OS.

Del resto le versioni a cadenza fissa (come Ubuntu, semestrale) hanno pro e contro. Non sempre le novità sono pronte in tempo e talvolta vengono incluse in modo parziale o rimandate. Tuttavia questo sistema da certezze all'utente sul costante sviluppo ed ogni nuova versione è un avanzamento graduale, non una rivoluzione. Inoltre, aggiornamenti non molto distanti permettono di sfruttare al meglio l'hardware che continua ad innovarsi. Credete che negli oltre 5 (CINQUE!!) anni tra Windows XP e Windows Vista i processori siano rimasti sempre quelli? e le periferiche?

Insomma Ubuntu e Mac OS X sono entrambi sistemi operativi innovatori, tesi alla semplicità per l'utente (ma pronti a sfoderare un classico terminale Unix all'occorrenza) ed alla stabilità. Per questo si meriterebbero un successo maggiore, rispetto a sistemi pachidermici. Ubuntu è però aperto alla partecipazione di chiunque voglia collaborare e supporta un maggior tipo di architetture (cosa non certo facile); scelta che magari non gli permette un'ottimizzazione spinta come l'altro, ma consente a tutti di usarlo.

Ubuntu non raccoglie lo spirito dei Mac: ha un fine più filosofico: diffondere l'umanità tra gli uomini. Apple invece è un produttore di hardware (non una software house) e ciò a cui punta il Mac è sfruttare al meglio quelle macchine. Lo spirito del Mac è quello di un artigiano-artista egocentrico, Ubuntu un filosofo-tecnico aperto al dialogo.

mercoledì 12 maggio 2010

Androidi crescenti

I dati delle vendite di smartphone nel primo trimestre negli USA mostrano il sorpasso di Android su iPhone.

È vero che si sta avvicinando l'uscita dell'iPhone 4, ma il sorpasso penso sia dovuto alla maggior possibilità di scelta fra modelli ed operatori (pare che Apple si sia legata le mani con un contratto di esclusività con AT&T per ben 5 anni), ed anche alla maggior economicità dei prodotti basati su Android. Certo l'hardware dei prodotti più economici e le loro caratteristiche non sono paragonabili a quelli dell'iPhone.

Dunque Android aumenta rapidamente il suo numero di utenti e, come ho già detto, questo è uno dei requisiti fondamentali per l'affermazione di una piattaforma.

Tuttavia, mi sembra che gli sviluppatori siano ancora più attratti da iPhone OS che da Android. Perché? Mi vengono in mente 3 motivi. Innanzitutto fa molto più immagine avere un'applicazione per iPhone. Poi, il numero di utenti di Android è in rapido aumento, ma questo grazie ai prezzi bassi dell'hardware e ciò fa pensare che questi utenti siano meno propensi a spendere anche nel software. Inoltre la frammentazione della piattaforma e dei sistemi di distribuzione affidati ai produttori o agli operatori, non attrae molto.

Sembra quindi che Android stia sfondando nella fascia bassa del mercato smartphone. In ogni caso sta sfondando e se gli utenti aumentano, non preoccupatevi che aumenteranno gli sviluppatori e quindi anche le applicazioni.

In ogni caso credo che fra qualche anno iPhone sarà solo una piccola percentuale del mercato smartphone, a meno che Apple non cambi il suo approccio al dispositivo. La sua chiusura ed il prezzo molto elevato non potranno che relegarlo alla lunga in una posizione di minoranza. Già Google si prepara a lanciare la nuova versione di Android (la 2.2, presentazione a fine mese?) con Flash 10.1 e sicuramente continuerà a battere sui punti deboli dell'avversario.

Tuttavia non sono completamente d'accordo con Kaspersky. Sì, fra 5 anni iPhone OS sarà poco diffuso in percentuale, ma per le piattaforme allora dominanti, oltre ad Android, scommetterei su MeeGo e Windows Phone, piuttosto che su Symbian; anche se Nokia sta guidando un profondo aggiornamento di questo Sistema Operativo open source.

P.S.
Non ditelo ai possessori di iPhone, diranno che è tutta invidia...

mercoledì 5 maggio 2010

Piattaforme al bivio

Un sistema operativo da solo non può avere successo, anche se è il migliore, il più avanzato e quello col miglior rapporto qualità/prezzo. Necessita di almeno altre 2 cose: una buona piattaforma (di sviluppo) e di molti utenti/sviluppatori.

Il numero di utenti e quello degli sviluppatori sono (solitamente) legati in modo stretto fra di loro: più ci sono sviluppatori, più ci sono applicazioni; più applicazioni, maggior possibilità per un generico utente di trovare ciò che cerca, quindi maggior numero di utenti; più utenti significa più possibili clienti e quindi più sviluppatori si dedicheranno a quella piattaforma; ciò genera ancora più applicazioni, che portano più utenti, che attirano più sviluppatori che creano più applicazioni che attraggono altri utenti, ecc. ecc. In un continuo crescendo. (O almeno finché un'altra piattaforma emergente riesce ad attrarre a sé sviluppatori e utenti.)

Come si innesca il meccanismo? Questo probabilmente è un mistero per tutti: alcuni ci riescono altri no (come OS/2, BeOS, ecc.). Meglio partire creando una comunità di sviluppatori o distribuendo la piattaforma a molti utenti? Non saprei dirvi.

Quando non ci si riesce o arriva il momento di altre piattaforme, bisogna dare una svolta.

Palm
WebOS, il sistema operativo per smartphone creato da Palm è giudicato dai più come molto valido. Palm ha cercato di attrarre e favorire gli sviluppatori in ogni modo. Eppure non ha riscontrato successo di pubblico. Commentatori vari hanno scritto sul perché di questo insuccesso. Ora Palm verrà acquistata da HP. Vedremo cosa ne farà: smartphone? Tablet? Tra l'altro Palm possiede i diritti di BeOS.

Nokia
La casa finlandese è nel bel mezzo di un passaggio tra una piattaforma molto diffusa, ma superata, ed una completamente nuova: da Symbian a MeeGo. Intanto sta rivitalizzando quella precedente (tra l'altro facendo diventare Symbian open source), senza spingere ancora sulla nuova. Corteggia gli sviluppatori con strumenti multipiattaforma (Qt funziona su Symbian, MeeGo, Android, Windows, Linux, Mac OS X, ecc.) e, proprio come aveva fatto Palm, con standard web: HTML, CSS e JavaScript.

Microsoft
Anche il gigante di Redmond si trova in una situazione di passaggio: da Windows Mobile 6 a Windows Phone 7. A differenza di Nokia, bigM ha abbandonato utenti e sviluppatori della vecchia piattaforma. Microsoft sta lavorando per creare hype sulla nuova piattaforma e questo le è riuscito. Riuscirà a riconquistare gli utenti abbandonati? Sicuramente dispone di grandi risorse finanziarie per spingere la nuova piattaforma. Inoltre sembra intenzionata a spingere sull'integrazione con Office. Purtroppo alcuni utenti credono ancora alla possibilità di avere qualcosa di simile a quel Windows che hanno sul PC anche su un telefono. In realtà, visto le risorse hardware richieste ed il diverso tipo di input la cosa non è possibile.