domenica 28 novembre 2010

Piccolo è bello

I programmi datati hanno una miriade di funzioni e ad ogni nuova versione se ne aggiungono altre, ma chi le usa? Siate sinceri. L'80% delle operazioni degli utenti corrispondono al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo (Pareto docet).

Eppure c'è questa continua rincorsa a funzioni più esoteriche che utili. Ogni nuova versione ha più funzioni, quindi è più "grossa", più pesante o (semplicemente) più lenta.

Finché qualcuno (ri)parte con un software base, semplice e direi utilizzabile. Ad esempio, fu così che Mozilla, sottoposto ad una notevole cura dimagrante, divenne Firefox. Ed è per questo che fortunatamente talvolta delle nuove piccole ditte se ne escono con software leggeri e veloci che possono competere coi pachidermici dinosauri del passato. Forse è per questo che si diffondono smartphone e tablet: applicazioni semplici e focalizzate.

Tutttavia, ogni nuovo applicativo nato snello nel tempo ingrassa e ingigantisce: gli utenti chiedono questa e quell'altra nuova caratteristica ed il marketing necessita di nuove funzionalità da sbandierare come necessarie.

Inevitabile? No.

La soluzione più diffusa è quella di concentrarsi sulle funzionalità fondamentali e permettere lo sviluppo di funzionalità esterne come plug-in.

L'ideale è comunque ricordare sempre il caposaldo della filosofia UNIX:
Write programs that do one thing and do it well
(Scrivete programmi che facciano una cosa sola, ma la facciano bene).

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