Le ultime versioni di Ubuntu hanno indiscutibilmente posto molta attenzione alla stabilità, alla facilità d'uso, allo stile ed agli sviluppi prossimi venturi. Alcuni (qui, qui e qui) dicono che questi principi erano alla base dello spirito del Mac (sia classico che Max OS X), e perciò sostengono che Ubuntu abbia raccolto l'eredità di questo sistema operativo, mentre Apple si sta concentrando troppo sull'iPhone OS.
Qualche somiglianza c'è: Ubuntu si propone di creare un Linux semplice ("Linux for Human beings"), Mac Os X vuole unire UNIX e semplicità ("Power of UNIX. Simplicity of the Mac.").
Premetto che non sono e non sono mai stato un utente Mac (magari in futuro?), per cui non conosco a fondo quei sistemi operativi. Tuttavia credo che stabilità e facilità d'uso siano sempre stati alla base dello sviluppo dei Mac. Ricordo infatti che la prima versione del Mac è stato il primo computer ad avere successo commerciale con interfaccia grafica e mouse (ma il terzo ad arrivare sul mercato; i primi 2, Xerox Star il primo ed Apple Lisa poi avevano un prezzo troppo elevato per raggiungere una grande diffusione). Lo stile, secondo me è diventato molto importante con l'avvento di Mac OS X.
Le prime versioni dei Mac erano innovative, ma ad un certo punto persero molto terreno (diciamo dalla 7 in poi). Finché Apple non acquisì NeXTStep da cui derivò Mac OS X. Ubuntu invece continua costantemente a guardare avanti.
Come disse Mark Shuttleworth, il fondatore di Ubuntu, al OSCON 2008, la nota distribuzione Linux guarda al Mac, ma non per emularlo, bensì con l'intento di fornire una miglior user experience. L'aver spostato i tasti dei controlli della finestra da destra a sinistra non è una semplice copia del Mac OS X, ma ha un fine che sarà chiaro con la prossima versione: indicatori di stato per ogni finestra. Purtroppo questa ed altre innovazioni dell'interfaccia (come quelle che riguardano la tray bar e i desktop panels) sono molto interessanti, ma fatte in contrasto con la comunità che sviluppa GNOME e senza essere state né spiegate né condivise con la comunità di sviluppatori di Ubuntu. Tuttavia lo sviluppo del sistema Linux di Canonical non è certo chiuso e diretto dall'alto come Mac OS X.
Oggigiorno sembra che Apple sia molto più concentrata su iPhone OS che sul Mac, ma in realtà non mi pare siano mancate le novità nell'ultima versione di Mac Os X (Snow Leopard), ad iniziare dal Grand Central Dispatch al passaggio quasi terminato ai 64 bit (quando sarà terminato il passaggio per Windows?). Semplicemente non ha una scadenza annuale come iPhone OS.
Del resto le versioni a cadenza fissa (come Ubuntu, semestrale) hanno pro e contro. Non sempre le novità sono pronte in tempo e talvolta vengono incluse in modo parziale o rimandate. Tuttavia questo sistema da certezze all'utente sul costante sviluppo ed ogni nuova versione è un avanzamento graduale, non una rivoluzione. Inoltre, aggiornamenti non molto distanti permettono di sfruttare al meglio l'hardware che continua ad innovarsi. Credete che negli oltre 5 (CINQUE!!) anni tra Windows XP e Windows Vista i processori siano rimasti sempre quelli? e le periferiche?
Insomma Ubuntu e Mac OS X sono entrambi sistemi operativi innovatori, tesi alla semplicità per l'utente (ma pronti a sfoderare un classico terminale Unix all'occorrenza) ed alla stabilità. Per questo si meriterebbero un successo maggiore, rispetto a sistemi pachidermici. Ubuntu è però aperto alla partecipazione di chiunque voglia collaborare e supporta un maggior tipo di architetture (cosa non certo facile); scelta che magari non gli permette un'ottimizzazione spinta come l'altro, ma consente a tutti di usarlo.
Ubuntu non raccoglie lo spirito dei Mac: ha un fine più filosofico: diffondere l'umanità tra gli uomini. Apple invece è un produttore di hardware (non una software house) e ciò a cui punta il Mac è sfruttare al meglio quelle macchine. Lo spirito del Mac è quello di un artigiano-artista egocentrico, Ubuntu un filosofo-tecnico aperto al dialogo.
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