lunedì 27 dicembre 2010

To net or not to net?

Nonostante stia puntando molto sui dispositivi sempre connessi alla rete con Chrome OS (vedi post precedente), Google conosce bene i limiti di questi dispositivi e sembra che con Google Maps Mobile si muovi nella direzione opposta.

L'aggiornamento di questa applicazione per smartphone (novità disponibili attualmente solo per Android...), si basa meno sulla cloud e più sulle capacità di calcolo di questi dispositivi per migliorare l'esperienza d'uso dell'utente finale. La nuova versione, infatti, fa il rendering sullo smartphone, migliorando le possibilità di visualizzazione, zoom e riorientamento. Inoltre questo rende possibile mandare meno dati al dispositivo finale, scaricando il lavoro dei server di Google ed al contempo richiedendo meno tempo per il download delle mappe. Infine si è scelto di rendere possibile anche la navigazione con mappe scaricate quando il collegamento ad internet viene a mancare (metropolitane ed altre zone poco coperte o disturbate).

Nonostante Google sia promotrice di un mondo sempre collegato alla rete, questi miglioramenti dimostrano che, specialmente nel mondo mobile, spostare meno dati e farli elaborare all'utente finale ha degli indubbi vantaggi.

Eric Schmidt (CEO di Google), parlando di Chrome OS in un blog, scrive che: stiamo passando da un mondo di dischi affidabili e reti inaffidabili ad uno di reti affidabili e nessun disco ("So we've gone from a world where we had reliable disks and unreliable networks, to a world where we have reliable networks and basically no disks."). Ma ciò presuppone grande potenza di calcolo sui server, i cui costi ricadono solo indirettamente sull'utente finale. L'approccio tipo Google Maps, invece, riduce i costi per i server e sfrutta la sempre maggior potenza di calcolo venduta agli utenti finali.

Che il tempo del Network Computer sia finito prima ancora di cominciare?

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