mercoledì 22 dicembre 2010

Arriva il Network Computer?

Google porta avanti i lavori del suo sistema operativo per netbook: Chrome OS, nonostante il mercato sia molto cambiato da quando ha iniziato a lavorarci: oggi i netbook risentono molto della concorrenza dei tablet, che praticamente non esistevano quando partì il progetto.

Dopo il fallimento del Network Computer di Oracle (1997, dispositivo senza disco, processore poco performante, ma molto economico) ed il successivo fallimento della Java Station di Sun (in cui era coinvolto Eric Schmidt, l'attuale CEO di Google) ora ci riprova Google. Tutti questi dispositivi internet-dipendenti cercano di affrancarsi dallo strapotere di Microsoft con sistemi operativi diversi.

Ad impedire il successo dei tentativi precedenti non è il sistema operativo in quanto diverso da quello dominante, come dimostrano i successi dei primi netbook con Linux e quelli di iPhone/iPod Touch/iPad. La colpa sembra dunque legata alla troppa dipendenza da internet. Google scommette che in questi anni il problema sia stato risolto: la banda di connessione è aumentata in velocità mentre sono calati i costi, i servizi su internet sono aumentati sia in qualità che in quantità (grazie ad AJAX e LAMP) ed il browser è velocissimo. Infatti, proprio il browser Chrome è la vera interfaccia di Chrome OS: il browser come sistema operativo per le web-application.

Nessun costo di manutenzione, sicurezza, facilità d'uso, rapidissimo accesso ad internet, app installate su un dispositivo ed automaticamente disponibili su tutti i dispositivi con Chrome sono gli assi nella manica di questa soluzione. Ma a quali costi?

La sicurezza è intesa come sicurezza da virus, backup automatico di dati ed applicazioni, ecc., ma i dati dell'utente risiedono chissà dove, gestiti da chissà chi. Francamente non mi piace che i miei dati non siano sotto il mio controllo. Sarò paranoico, ma si dice che i programmatori lo siano e se questo è vero, Chrome OS non avrà il favore dei programmatori. Stallman fa notare che questo sistema riduce la sicurezza personale.

Un sistema operativo che dipende così strettamente da internet lascia poco spazio all'esplorazione del dispositivo, al "mettere le mani sotto il cofano". A questo ci ha già abituati Apple, direte voi. E' vero, ma mentre lo trovo sopportabile in un telefono, mi sembra una castrazione su un computer.

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